Il boato, sordo, potente arriva quasi alle cinque della sera, quando i riflettori del Vigorito sono accesi da un po', anzi a dire il vero, ancora una manciata di minuti, e cominceranno a spegnersi. E soprattutto quando nel popolo giallorosso, tornato al formato extralusso degli 8mila, comincia a frullare un pensiero molto molto concreto: prendiamoci questo punto e torniamocene a casa. Succede che l'orologio svizzero Cittadella ha un attimo di scompenso, una misera frazione di secondo in cui gira a vuoto. Ripassatevi l'azione in mente, perchè dentro c'è l'essenza del Benevento 2016/17....Falco che si sacrifica al limite dell'area e recupera un gran pallone. Ci sarebbe fallo su di lui, il Cittadella si ferma un microsecondo pensando che l'arbitro stia per fischiare, salvo poi concedere un giusto vantaggio...la sfera arriva a Cisbah che la segue con lo sguardo, manco la tocca....nel frattempo Ceravolo è già partito....rasoiata nello spazio e ciao ciao a tutti, la Belva è in porta con una maglia bianca numero 6 che rincorre disperata. Se i gradoni del campetto di Paduli potessero parlare probabilmente potrebbero dire di aver visto 10, 100, 1000 volte questa scena in questi ultimi mesi...per chi domenica se l'è gustata in diretta satellitare o nel catino giallorosso trattasi di goduria pura all'ennesima potenza, quella da restarci secchi...troppo simile a quella del 17 aprile scorso. Lì fu un Campagnacci caracollante a infilare una parabola radente mandata da una mano divina a morire nell'angolino che stese il Catania dando la spallata decisiva al campionato, ora un colpo di bisturi chirurgico di Ceravolo da grande attaccante...gol diversissimi, effetto identico: il Vigorito impazzito di gioia che a momenti viene giù.

Emozioni infinite decuplicate nei 10 minuti finali. Il Cittadella conferma quanto si sapeva e anche di più: è una macchina da calcio collaudata, dove davvero ognuno sa quello che deve fare, con mister Venturato che in 90 minuti dalla sua panchina avrà emesso sì e no un paio di monosillabi, segno che dietro c'è un gran lavoro, avviato da tempo, che la partita deve solo esaltare, sublimare con la conquista dei 3 punti. Forse anche Baroni ha provato a giocarsela su quel piano, se è vero che la formazione iniziale di domenica era per 7/11 composta dai reduci della promozione in Lega Pro. Ma poi nel calcio esiste il fattore umano, imponderabile che ha due volti. Quello di Litteri, il bomber veneto che incappa in una giornata di evidente luna storta e butta via un paio di palloni che tra i suoi piedi normalmente fanno ben altra fine. Ma soprattutto quello di un ragazzino di 36 anni che sta scoprendo la sua seconda giovinezza, Ghigo Gori, beneventano ormai più che di adozione, quello che fino al 30 aprile vinceva dappertutto ma non nella città che adorava e dove aveva deciso di far crescere i suoi figli, una vera maledizione, come chiamarla altrimenti. Se penso a Gori mi vengono a mente due scene: il rigore neutralizzato e la gran parata in uscita bassa su Iemmello a Foggia nella partita bivio della scorsa stagione scorsa e il fischio finale col Lecce...Ghigo, glaciale e concentrato fino a quel momento si porta le mani al volto e stramazza al suolo sciogliendosi in un pianto liberatorio. Sulle carte federali accanto al nome di Gori c'è scritto “giocatore bandiera”, nei cuori dei beneventani c'è scritto “unoi di noi”. Che dire, a Natale a Di Biagio manderemo un cesto di prodotti natalizi e se nel frattempo volesse organizzare una amichevole con l'Under 21 dell'Isolachenonc'è faccia pure...se ci porta via l'Uomo (c) Ragno è pronto Bat Man, che problema c'è?

Noi la classifica non la guardiamo, fatelo voi se volete, noi la guarderemo più in là...” le parole di capitan Lucioni nel dopopartita e da domenica sera è partito il dibattito: la guardiamo o no questa classifica? Quella dello Zio probabilmente è una bugìa bianca, una delle tante che girano nel mondo del calcio. Negli spogliatoi una sbirciatina pure la daranno ne sono sicuro...senza fare sogni proibiti ma trovando in quei numeri la benzina buona per affrontare ogni allenamento, ogni giorno della settimana con le batterie cariche al massimo. Noi tifosi? Beh per noi è una tisana rinfrancante: al bar sul giornale, in tv, su internet, sul televideo...a intervalli regolari, a scadenze orarie fisse (quasi fosse una pillola prescritta dal medico) si butta un'occhiata, caso mai fosse successo qualcosa, per essere certi che non si tratti di un sogno...Pantana, il Gallipoli, Giannini, Calil, Paoloni, Ganz, Fabiani e chi più ne ha più ne ha metta ci hanno vaccinato pesantemente contro le illusioni ed infatti nessuno se ne fa ma, per favore, davanti a 24 punti (25 sul campo), metà della quota salvezza racimolata in un terzo esatto di campionato, non osate svegliarci....chi lo fa rischia la maledizione di una Strega...

Sabato il fortino riapre i battenti per una sfida inedita col Brescia e, incredibile ma vero, si parte da 58 a zero per loro. Sì perchè i lombardi sono la società italiana col maggior numero di partecipazioni al campionato di B, 58 per l'appunto, esclusa la stagione in corso. Dall'altra parte la matricola debuttante che sta cercando di costruirsi un nome e un rango, lo sta facendo bene ma è appena agli inizi. “Devo fare in modo che il mio pazzo Brescia sia un po' meno pazzo” ha detto mister Brocchi, uno che a occhio in panca ha talento. Il suo Brescia è un insieme di giovani di qualità che quando non sanno cosa fare del pallone lo danno a Pinzi e soprattutto a Caracciolo, i due 35enni terribili della squadra. Sarà un'altra battaglia e già mi immagino, spettacolo nello spettacolo, i duelli ad alta quota tra lo Zio e l'Airone...al fortino l'ardua sentenza...

Un abbraccio a voi tutti, alla prossima settimana, come sempre FORZA BENEVENTO...e per favore...non svegliateci, non ora !!!

 

Sezione: VISTO DA EST / Data: Mer 16 novembre 2016 alle 11:00
Autore: Antonio De Ianni
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