Lasciatemelo dire: questa è la mia trasferta. Vivo e lavoro a Bari da ormai 16 anni e dal primo giorno che sono qui ho sognato di vedere il Benevento al San Nicola e ora finalmente ci siamo. Sabato pomeriggio “l’astronave” dell’architetto numero 1 in Italia, Renzo Piano, aprirà finalmente le sue porte ad una vecchina “fresca” 87enne, che ne ha mangiata di polvere prima di metter piede in uno stadio senza eguali al mondo, che ha ospitato partite di un mondiale e della nazionale, una finale di Champions League nel 1991 e tanta tanta serie A. Questa vecchina che ora può finalmente tirare fuori dall’armadio il vestito  buono della festa, da indossare nel palcoscenico senza dubbio più suggestivo della B, è la nostra ineffabile Strega, la Strega giallorossa. E’ una cattedrale pagana consacrata al dio del calcio il San Nicola, uno stadio fatto a spicchi che regala giochi di luce e di vento, uno scenario meraviglioso dove far sventolare ancora di più i vessilli giallorossi. Oggi porta inevitabilmente i segni del tempo, alle prese con una manutenzione difficoltosa i cui costi esorbitanti nessuno vuole più sostenere. Se la sono presa molto i baresi quando la stampa francese, in occasione dell’ultima amichevole con l’Italia giocata l’1 settembre, lo ha definito col solito tono sprezzante d’oltralpe “vetusto”.  In realtà i cugini francesi non hanno tutti i torti, ma è innegabile che le rughe non scalfiscono il fascino di uno stadio comunque capace di emozionare.

In questi lunghi 16 anni ho visto passare decine di tifoserie in quel settore ospiti e ho ingoiato rospi duri da mandar giù: avellinesi, salernitani perfino stabiesi e nocerini. Ma la fitta al cuore è stata lancinante quando qui si è presentato il Crotone, festante e fresco di promozione, sì proprio quella promozione del 2009 afferrata in un Santa Colomba tramortito e ferito. E un chiodo fisso nella testa mi ha accompagnato in questi anni: ma quando toccherà al mio Benevento? Ci siamo e ora l’attesa mi sembra nulla, l’adrenalina è a mille perché so che i miei amici giallorossi verranno in tanti e in negli spazi siderali del San Nicola si faranno vedere e sentire, mi faranno fare un figurone. Non ho resistito e come potete osservare nelle foto l’ho già conquistato per voi…ma il bello deve ancora venire…il bello siete voi, siamo noi…

Bari è qui che vi aspetta, piena di contraddizioni e di meraviglie come un po’ tutte le città del Sud di questa Italia del terzo millennio. E’ la città dell’aeroporto internazionale che deborda di rotte verso tutto il mondo e dei vicoli di Bari Vecchia, dove lo scippo al turista sprovveduto è una moda che non tramonta mai così come le signore attempate che fanno le orecchiette nei vicoli ad uso e consumo dei turisti. E’ la città del porto che ospita un via vai di navi da crociera continuo, del Petruzzelli ricostruito e splendente, della Fiera del Levante che cerca una nuova identità, ma anche della spiaggia popolare di Pane e Pomodoro, chiamata così  perché quella era (ed è) la merenda da consumare su quel lembo di sabbia bagnata da un mare non proprio cristallino. C’è la Bari dello struscio dell’alta borghesia nel centro murattiano e quella che soffre nelle periferie un po’ troppo dimenticate, in primis quella del quartiere San Paolo.

Una città in bilico che vorrebbe diventare pienamente europea ma che ancora fa i conti con problematiche irrisolte e che si specchia nella sua squadra di calcio, il Bari, anzi la Bari come dicono qui. Un continuo saliscendi tra A e B, il Bari schiacciasassi di Conte che ha portato in piazza a festeggiare 150mila persone (le ho viste io con i miei occhi, roba da non credere…) ed è stato l’ultima gioia della trentennale e contraddittoria gestione dei Matarrese, finita con i libri in tribunale. Poi è stata la volta di Paparesta, l’arbitro che diventa presidente, tanto fumo e poco arrosto, ora il rilancio riparte dall’imprenditore molfettese Giancaspro, poche chiacchiere e molti fatti, obiettivo ovviamente la promozione, nelle mani di Stellone, tecnico di valore ma tutto da verificare lontano da Frosinone ed in una piazza dove il calore e le pressioni si fanno ugualmente sentire.

C’è una persona a cui sicuramente un sorriso scapperà tornando al San Nicola: è mister Baroni che il 25 maggio scorso, alla guida del Novara, qui a Bari visse una serata indimenticabile. Era il primo turno dei playoff per la serie A, quello in gara secca. In uno stadio caldo come una polveriera venne fuori un 3-4 a dir poco esplosivo, fatto di gol bellissimi, rimonte, errori, un pathos da restarci secchi dopo 120 minuti incredibili. Al Bari bastava un pari quella sera, ma non ci fu verso di domare il Novara, Baroni in panchina era tarantolato, fece gol anche Puscas allora al Bari ed in tribuna indovinate chi c’era? Gaetano Auteri, quando si dice il destino….

Sabato Baroni si ripresenta al San Nicola esattamente 4 mesi dopo quella epica serata. Ma quale Benevento lo accompagnerà? Gli ultimi due pareggi sono il classico bicchiere che ognuno può vedere mezzo pieno o mezzo vuoto. Personalmente penso che riprendere due partite in cui si è passati in svantaggio, entrambe le volte in maniera rocambolesca (un eurogol e un rigore evitabilissimo) sia un elemento importante nel processo di crescita della nostra squadra. Le assenze pesanti e peraltro tutte concentrate nel settore offensivo hanno tolto armi a Baroni proprio nella settimana delle tre partite. Auteri in Lega Pro riuscì bene a mascherare le assenze prolungate di Melara e Cissè, la B in questo senso non perdona, appena il livello della qualità si abbassa il dazio si paga immediatamente, se si pensa che Cissè ad esempio è in piena fase di preparazione. Chiaro che la prestazione di sabato dipenderà dai recuperi che eventualmente ci saranno.  Il Bari pur essendo Maniero-dipendente è squadra completa e ricca di talento, al Benevento il compito di fare un altro passo avanti con la consapevolezza di avere una classifica che in questo momento regala la serenità necessaria.

Un saluto a tutti voi…il San Nicola ci aspetta e come sempre FORZA BENEVENTO!!! 

Sezione: VISTO DA EST / Data: Ven 23 settembre 2016 alle 11:24
Autore: Antonio De Ianni
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