Articolo di Daniele Piro

Una Befana che porta nella calza tre punti di platino per la truppa giallorossa! Non poteva finire meglio il periodo natalizio iniziato con l'exploit di Udine, intervallato dall' immeritato stop con la capolista e concluso con il blitz in terra sarda di ieri. Al fischio finale il mio pensiero è andato subito verso 6 amici degli Stregoni del Nord che tre anni fa si sobbarcarono un viaggetto mica da ridere in terra sarda per vedere una sconfitta maturata sappiamo tutti come. Ho idealmente pensato che ieri, parafrasando una celeberrima frase tratta da Gomorra, si fossero "arrepigliat 'tutt chell' che e' u nuostr". Un uno-due micidiale in tre minuti che fa il pari con quanto subìto nelle due partite contro i sardi tre anni fa, quando potevamo portarci a casa 4 punti ed invece siamo rimasti a bocca asciutta. Ci ha provato lo Zedda Piras a stordirci col suo nettare, ma lo Strega e venuto fuori alla distanza perché, come sappiamo tutti, "il primo sorso affascina, ma il secondo…strega".

Partita che per l'ennesima volta ci vede subire un torto arbitrale non di poco conto. Analizzando l'azione del rigore dato e poi revocato, la mia considerazione è molto semplice: Cragno e Lapadula arrivano praticamente in contemporanea sulla palla; se anche il portiere tocca di un decimo di secondo la palla in anticipo, la stessa rimane comunque giocabile dall'attaccante che non può farlo perché viene travolto. Un po’ la stessa dinamica di Roma, quando il tocco in anticipo di Montipò era evidente, ma in quel caso si sostenne la tesi che il portiere aveva arrecato danno all'attaccante perché, nel suo scivolamento, lo aveva poi falciato. Ormai sulla barzelletta VAR preferisco non parlare più. Si è capito che "il mezzo che doveva essere di supporto per venire incontro alle decisioni arbitrali limitando al massimo gli errori" è diventato un terno al lotto perchè pecca delle uniche cose che dovrebbero essere attuate, ovvero l'uniformità della chiamata e l'uniformità del giudizio. Se tecnologia deve essere, sarebbe meglio dare alle squadre l'opportunità di poter effettuare due chiamate VAR a partita (una per tempo o massimo due nello stesso tempo) al fine di non rimanere con il dubbio di aver subito un torto doppio, non solo dall'arbitro in campo, ma anche da chi è in cabina di regia. Ma torniamo alla Strega, tentando di fare un'analisi più tecnica. Siamo una squadra che giocando con brevilinei davanti cerca molto l'imbucata centrale con taglio alle spalle dei difensori. Ieri Sau prima ci ha provato e poi ha messo dentro una perla di rara bellezza su una deliziosa imbeccata di Schiattarella. Non avendo il perticone da area di rigore è ovvio che si finisca per giocare con questa soluzione. Ma giocare per vie centrali comporta sempre dei rischi visto che è la zona di campo più affollata e bisogna avere rapidità di testa e di esecuzione per non perdere palla e beccare pericolose ripartenze. Fortunatamente l'uomo per fare questo al momento lo abbiamo e per il rendimento che sta avendo meriterebbe la Nazionale, ovvero Schiattarella, però è meglio che non lo diciamo troppo ad alta voce visto che, come abbiamo auspicato la chiamata in azzurro per Letizia, u guaglion s'è scassat'

Il gol di Sau mi ricorda per dinamica quello di Lapadula a Verona su imbeccata centrale di Caprari o quelli di Caprari a Roma ed Udine su scarico di Ionita o di Improta a Firenze. La dinamica dei nostri gol su azione è più o meno questa perchè, se ci riflettete, i gol di testa arrivano da difensori (Caldirola, Tuia) oppure sono quasi sempre conseguenze di calci piazzati (corner contro Bologna, Juve, Lazio). La classifica ci sorride.  21 punti, ovvero quanti ne avevamo fatti in tutto il precedente campionato in A, sono un buon gruzzolo da preservare, ma la guardia non va mai abbassata. La nota positiva è che quest'anno le squadre che stanno toppando sembrano essere parecchie; essendo quasi a fine girone di andata non si può parlare di minicrisi di questa o quella compagine dalla quale ci si riprende in fretta, ma davvero di annata in salita per molte e si sa, quando ci sono molte squadre impelagate nei bassifondi ci sono molti più scontri diretti, con molti più punti che possono essere persi per strada da tutte, sempre che una o due non comincino a fare il classico filotto per riemergere. Sarà importante tenere botta e non buttare quanto di buono fatto fino ad oggi. Si gioca senza sosta e senza poter tirare il fiato sperando che la truppa giallorossa non sia priva di qualche altro elemento (ieri Tuia e Lapadula sono usciti malconci).

L'Atalanta è quanto di peggio ci potesse capitare in questo momento, ma più che lo scontro con gli orobici, considero determinanti le due partite successive con Crotone e Torino. Non perderle significherebbe tenere calabresi e granata a debita distanza, smorzando ancor di più le loro velleità di risalita. Confido nelle dichiarazioni di Super Pippo ieri a Sky: "...ci davano già retrocessi e questa cosa ci ha rafforzato come gruppo nel quale tutti si sacrificano. Gioco con Improta terzino che è un attaccante". Un appello a chi è vicino alla Società; forse per loro sono semplici partite da affrontare ed in fondo sono stipendiati per questo, ma qualcuno potrebbe ricordare ai ragazzi che sabato giochiamo contro un allenatore che non abbiamo mai digerito per via di lontane dichiarazioni di tanti anni fa che nessuno nel Sannio ha dimenticato? Qualcuno può ricordargli che subito dopo giochiamo contro la squadra che il signore appena menzionato sopra allenava, che da sempre ci rievoca momenti nefasti? Vorremmo toglierci anche questi due sassolini dalle scarpe. Sarebbe la classica ciliegina sulla torta che contribuirebbe ad adagiare i macigni che da decenni abbiamo sullo stomaco definitivamente sul fondo del Sabato e del Calore.

Fatto questo, possiamo pure cambiare il nome di Piazza Risorgimento in Piazza SuperPippo da Piacenza

Sezione: A Mente Fredda di D.Piro / Data: Gio 07 gennaio 2021 alle 13:13
Autore: Andrea Bardi
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