Articolo di Daniele Piro
Ieri mattina mi era stata chiesta la cortesia di non fare un articolo “A mente fredda”, ma a mente caldissima, ovvero scrivere due righe subito dopo la fine del match dello Scida. Bene, ringrazio i direttori delle testate che mi ospitano per non aver pubblicato quanto scritto al termine del match. Come molti di voi sanno, non mi fregio di alcun titolo di giornalista, ma solo di quello di un "tifoso con licenza di scrivere", e purtroppo, da tifoso senza peli sulla lingua, sono soggetto a stati umorali che a volte mi fanno andare in "trance agonistica da scrittura".
Spero che non mi vengano fatte più simili richieste, perché fallirei miseramente il compito di mettere dei pensieri nero su bianco a caldo. Ho voluto che lo spazio a me dedicato si chiamasse “A mente fredda”" proprio per poter far trascorrere la classica "nuttata" prima di esternare i miei pensieri.
Come dicevo sono un tifoso; esserlo del Benevento dalla notte dei tempi si riassume in molte lacrime e poche gioie. Bisogna, sempre da tifoso, accettare le sconfitte; se queste poi avvengono in serie A, categoria nella quale siamo ancora novellini ed a volte pivellini, le stesse sono (o dovrebbero essere) relativamente meglio "digerite", visto il valore della categoria e degli avversari che affrontiamo. Però... però...c'è sempre un “però”. Quella col Crotone, per noi Sanniti e soprattutto per gli "anta", è “la partita”, quella che non si dovrebbe mai perdere né in serie A, ma nemmeno in serie “zeta”. E' la partita della bestia nera, dei sorci verdi, è la sfida contro la squadra che più delle altre ci ha strappato lacrime amare. Contro di loro non basta buttare il cuore oltre l'ostacolo, ma pure il fegato, il pancreas e l'intestino. Ed invece ieri puntualmente abbiamo preso l'ennesima scoppola che ci fa ritornare "cutuli cutuli" all'ovile ed aggiunge l'ennesima macchia nera in questa sfida ormai ventennale con i calabresi.
Commentare la partita nemmeno mi va più di tanto. Mi è bastato leggere di tutto e di più sui social, in tv o su qualche testata e non aggiungerei nulla a quanto già è stato detto e scritto. Ed allora provo a far parlare i numeri per avallare i miei ragionamenti: 26 tiri in porta col Sassuolo, 22 col Milan, 17 ieri per un totale di 65 tiri ed un solo misero gol per giunta su autorete. Se non è un campanello d'allarme questo...
Ho difeso a spada tratta Lapadula scontrandomi contro chi da tempo lo ha messo sul patibolo, idem per Caprari giustificando anche alcune sue bizze caratteriali; ho applaudito Insigne per un campionato a livelli sopra lo standard; ho atteso e continuo ad attendere Iago Falque, sperando che non si limiti più alla “comparsata” da 15 minuti ogni 10 partite; ma adesso davvero la goccia sta per traboccare dal vaso colmo.
Se la gran mole di gioco non produce frutti, allora abbiamo un problema. E' inutile girarci intorno. Se Viola è il nostro migliore acquisto (cit. Pasquale Foggia) e non entra in campo nemmeno per provare a fare minutaggio o dare ordine a centrocampo, qualcosa non torna. Questa squadra non può continuare a dipendere da un solo giocatore (Schiattarella), non può continuare ad adattare giocatori in ruoli diversi da quello principale per sopperire a carenze di uomini o perché sono più forti di quelli che in quel ruolo dovrebbero essere certezze (Improta terzino, Ionita regista basso), privandoci della loro prestazione nei ruoli che più si addicono per caratteristiche tecniche e fisiche. Non si può pensare che questo gruppo giri sempre a mille o al di sopra delle sue reali possibilità. Si stanno facendo davvero le nozze coi fichi secchi, ma se si incappa nella "giornata storta", si rischiano delle deleterie imbarcate che fanno male soprattutto a livello psicologico.
Ieri è stata la prova lampante. Di fronte non avevamo una corazzata, ma gli ultimi della classe che avevano il poco invidiabile record di difesa più perforata e peggior attacco. Con una vittoria ne avremmo decretato la quasi certa retrocessione con un girone di anticipo ed invece li abbiamo resuscitati con buona pace di tutte le vendette ed i proclami sbandierati sui social con belligeranti dichiarazioni da parte di chi forse è ancora troppo "muccusiello" per affidarsi ad una tastiera per lanciare i suoi proclami di sfida.
Altro elemento da non sottovalutare: in casa, ad oggi, abbiamo raccolto solo due vittorie e due pareggi. Bisogna per forza di cose invertire la marcia. Per farlo occorre cominciare a buttarla dentro e qui arrivano le dolenti note frutto dell'analisi sui numeri sciorinata prima. Vero è che nel girone di andata abbiamo beccato in casa le cosiddette "grandi" (Napoli, Milan, Atalanta, Juve, Lazio), però adesso la salvezza passerà soprattutto per il Ciro Vigorito, che, specie a primavera, sarà oggetto di scontri diretti con le squadre che oggi ci sono dietro.
A proposito di queste ultime: il Genoa sembra essere uscito definitivamente dal tunnel ed ha uno Strootmann in più immediatamente buttato nella mischia e già conoscitore del nostro calcio e della nostra lingua. Ieri ha subito preso per mano la squadra che ha raccolto punti a Bergamo, il Parma quasi sbanca Sassuolo e sta rimpolpando la sua rosa con Benatia e Conti. Torregrossa ha regalato i tre punti alla Samp ed ho ragione di credere che tutte le altre non restino a guardare.
Forse, restando in casa nostra, sarebbe opportuno che, piuttosto che acquistare in prospettiva (Reynolds e Talbi) o proporre faraonici contratti a giocatori di spessore per il prossimo anno (Maksimovic), o dichiarare di avere gli acquisti in casa per convocarli e non farli giocare, sia il caso di pensare a come puntellare la rosa adesso per mantenere la categoria.
Venerdì sera arriva quel Torino stranamente penultimo che ha appena cambiato allenatore e che ha una rosa molto più lunga e completa della nostra. Come ribadito altrove, avrei messo la firma anche solo per due pareggi con Crotone e Torino, proprio per non rivitalizzarli troppo mantenendoli a debita distanza. Col Crotone l'auspicio è miseramente fallito; vediamo di non concedere il bis e di terminare il girone di andata con un sorriso. L'inizio del girone di ritorno sarà terrificante con Inter, Roma, Napoli subito e Bologna e Samp a chiudere una cinquina di partite che già alla fine di febbraio potrebbe dire molto sulle nostre aspettative in chiave salvezza. Arriviamoci con la giusta carica di cazzimma, di carattere, di grinta, ma soprattutto completi delle giuste pedine in ogni reparto.
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