Non ci giriamo intorno. La notizia della presentazione della nuova maglia e della nuova (nuova?) squadra prima della partenza per il ritiro di Roma è stata accolta dalla tifoseria con molto entusiasmo a prescindere dalla dolorosa retrocessione dello scorso anno.  La gente è pronta a (ri)mettersi nuovamente al fianco della strega per aiutarla a tornare lì dove merita. Tutti sono consapevoli del duro compito che ci attende e in particolare che attende mister Andreoletti e i suoi uomini. D’altronde in più di un’occasione ho fatto presente che sarebbe stato più semplice salvarsi in serie B che vincere un campionato di serie C dove ricordiamolo vince solo la squadra che arriva prima tra un nugolo di società che sono anni che si sono impantanate in questa infame categoria e invece sappiamo tutti come è andata a finire. I numeri parlano chiaro e se negli ultimi 10 anni solo in un paio di occasioni le squadre retrocesse dalla B, l’anno successivo sono riuscite a ritornare in cadetteria un motivo ci sarà. Chiedetelo al Crotone che dopo aver inanellato ben 80 punti nello scorso campionato sarà ancora ai nastri di partenza della nuova serie C oppure alla Triestina che pur investendo quasi 8 milioni si è salvata per il rotto della cuffia. Senza parlare delle varie Cesena, Vicenza, Avellino, Pordenone che è addirittura fallito. Insomma un vero e proprio pantano dal quale è sempe difficile uscirne e anche noi ne sappiamo purtroppo qualcosa. Per questo erano in molti in attesa di qualche annuncio riguardo la tanto sbandierata riforma dei campionati attesa entro il 30 giugno, ma sulla quale ad oggi è calato un silenzio assordante. Questo significa che la serie C rimane così com’è, bloccata in un format assurdo che certamente non risulta essere neanche appetibile da parte delle Tv con la conseguenza che i ricavi per le società diventano anno dopo anno sempre meno e lo spettacolo più deprimente.

In questo scenario desolante il Benevento dopo 7 anni si appresta quindi a ripartire dalla serie C e lo farà attraverso una “festa” di presentazione della nuova (nuova?) squadra che sarà l’occasione anche per presentare le nuove maglie. 

Una novità per i tifosi giallorossi visto che ormai da qualche anno la società non aveva più ritenuto opportuno creare questo tipo di eventi non solo in concomitanza con l’inizio della stagione ma anche rinunciando a quelli classici di presentazione di tecnici, collaboratori e soprattutto calciatori. Per uno come me che lavora da anni nel marketing questo tipo di “mancanza” perpetrata negli anni dalla società Benevento calcio, non me la sono mai spiegata completamente anche perché sempre più in controtendenza rispetto ad una realtà come quella in cui viviamo dove il “far sapere” rappresenta il “must” di tutte le attività commerciali specialmente quelle in ottica coinvolgimento soprattutto attraverso i social. Del resto il Presidente Vigorito ha fatto spesso riferimento a quella parolina magica “insieme” che però nei fatti il più delle volte ha visto “insieme” solo la curva e i tifosi. Speriamo che questo “nuovo corso”, inaugurato con l’avvento di Carli, sia di buon auspicio verso una svolta non solo dal punto di vista tecnico ma anche commerciale, del marketing e soprattutto dei rapporti con i media locali e la tifoseria.  Tornando alla giornata di presentazione di domenica 23 luglio mi permetto di fare una riflessione sapendo di mettere sin da subito le mani avanti e come suol dirsi il “carro davanti ai buoi”. 

La mia perplessità infatti sta nel fatto che dubito che tra meno di 15 giorni la squadra che partirà per il ritiro di Roma sia quella che si presenterà tra circa 2 mesi alla prima di campionato come è giusto che sia. Il mio augurio, e più che altro la mia speranza, è quindi che un giorno appunto di “festa” non si trasformi in una giornata per così dire “antipatica”. Mi spiego meglio. Credo che siamo tutti d'accordo che il Benevento di oggi abbia bisogno di voltare pagina e dimenticare al più presto il recente passato magari anche allontanandosi da quei protagonisti, che forse complice anche una certa narrazione venuta pure dagli organi più vicino alla società ha indicato in alcuni calciatori “i colpevoli” più di altri, della retrocessione dell’anno scorso. Comunicare a più riprese l’elenco dei calciatori che non fanno più parte del progetto tecnico e che quindi di fatto sono stati invitati a cambiare aria e poi vederseli vestiti nuovamente di giallorosso nel giorno della presentazione della squadra sarebbe un pericoloso autogol. Praticamente sono stati sbattuti fuori dalla porta e di fatto rientrerebbero dalla finestra. Ma vi immaginate durante la presentazione all’annuncio dei nomi di uno di questi giocatori cosa potrebbe accadere? Secondo voi al solo udire questi nomi come reagirebbe (giustamente) il pubblico? A questo proposito sarà importante appunto la comunicazione che dovrà essere fatta in questi giorni che precedono l’evento. Per assurdo, a prescindere dalle regole imposte dalla società, in una realtà social come quella in cui viviamo le cose potevano e potrebbero ancora cambiare. Cosa voglio dire? Ve lo spiego subito. Prendete per esempio i vari Letizia, Schiattarella e Improta ovvero i cosiddetti “senatori” dello spogliatoio protagonista della retrocessione. Se veramente fossero attaccati alla maglia e al Benevento (come dicono)avrebbero potuto affidare (magari anche facendosi aiutare da qualcuno) ai loro profili social un messaggio ai tifosi per chiarire le questioni del passato e rilanciare la voglia di voler aiutare la strega a tornare li dove merita. Invece nulla. Loro e tutti gli altri tesserati che in questi giorni stanno valutando il futuro, non solo non hanno voglia di giocare in serie C ma allo stesso tempo non vogliono perdere un centesimo dei loro soldi. Come se la retrocessione in serie C fosse colpa del Presidente Vigorito. Per la serie “vuoi che me ne vada? Pagami una buonuscita del 50% e l’altro 50% me lo cerco altrove. Altrimenti continua a pagarmi fin quando non scade il contratto, anche se a me non va di giocare in serie C”. Insomma la situazione è pressoché questa e di conseguenza i prossimi giorni diventeranno delicati anche dal punto di vista della narrazione e della comunicazione. Per questo motivo, mi auspico che il prossimo 23 luglio saranno presentati alla tifoseria solo ed esclusivamente quei calciatori che di comune accordo con la società avranno trovato una quadra rispetto alla loro situazione contrattuale e che si siano decisi e soprattutto metallizzati ad aiutare la Strega a risalire mettendosi a disposizione completamente della causa giallorossa. Sarebbe un grosso errore “costringere” qualcuno controvoglia a rimanere. Su qualche testata locale infatti ho letto pochi giorni fa proprio questo e cioè che per qualcuno bisognava provare a fare opera di “convincimento” per farli rimanere. Ma siamo matti? Ma convincere chi e cosa? Il nuovo corso giallorosso dovrà ricostruirsi prima di tutto sul senso di appartenenza dei calciatori alla nuova maglia, sulla vicinanza tra il gruppo squadra e la tifoseria e la società, sulla voglia e la consapevolezza di tutti quanti che sarà dura risalire la china e che nessuno ti regalerà niente. Non servirà chiamarsi Benevento per vincere le partite quando si andrà a giocare a Torre del Greco, a Monopoli o con il Monterosi. Bisognerà metterci dell’altro e avere in particolare una cosa: l’amore per la maglia. Solo così si può sperare di tirarci fuori al più presto da questa palude chiamata serie C. La gioia di correre ad esultare sotto la curva, di gioire tutti insieme, di gridare a squarciagola il nome di un calciatore dopo un gol. Quanto più presto saremo bravi tutti insieme a ricostruire questo ambiente attraverso questi atteggiamenti e questi sentimenti, più presto torneremo lì dove ci compete. Io spero di tutto cuore che possa succedere quanto prima, magari già dal prossimo campionato. Forza Benevento. 

Sezione: In primo piano / Data: Lun 10 luglio 2023 alle 13:50
Autore: Cosimo Calicchio
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