Verona, Vercelli, Novara, Perugia, La Spezia, Cittadella, Brescia, Cesena, Ascoli, Pisa: archiviato il pomeriggio nero di Ferrara, ecco l’elenco delle dieci trasferte che il Benevento dovrà affrontare da qui al 19 maggio, anomalo venerdì di chiusura della stagione regolare. Balza agi occhi come, al netto di Pisa, Ascoli e Perugia, i giallorossi siano attesi da un faticoso tour nel profondo nord, che spazia dalla Liguria, al Piemonte, dalla Lombardia al Veneto, con un’ inedita puntatina in Romagna. Trasferte lontane viste da quaggiù, miele dolcissimo per i tanti tifosi sanniti sparsi nella pianura Padana, emigrati e non, ai quali non sembrerà vero, dopo anni di snervante attesa, di invadere stadi prestigiosi come il maestoso Bentegodi di Verona, il vecchio ma sempre affascinante Rigamonti di Brescia, il moderno ma sempre carico di tradizione Manuzzi di Cesena, oggi diventato un po’ tristemente Orogel Stadium in ossequio ad un munifico sponsor. Dopo gli sporadici assaggi del girone d’andata, è ora in questo entusiasmante girone di ritorno gonfio di inattesi sogni di gloria che una gran fetta di futuro il Benevento se lo gioca lassù. Dove, siamo sicuri, non sarà mai solo, anzi. Ai tifosi che di volta in volta eroicamente partiranno da Benevento, con pullman, treni, voli aerei prenotati con largo anticipo a tariffe quanto più possibile scontate, si uniranno (…ma sarebbe meglio dire il contrario) i tanti beneventani del nord Italia, per i quali vestirsi con quei colori, ritrovarsi in uno stadio a tifare quella squadra a tanti chilometri di distanza dal Sannio equivale ad una botta di entusiasmo senza pari, come se quelle maglie giallorosse annullassero distanza e nostalgìa e squarciassero la nebbia  che solitamente avvolge quei luoghi nei periodi invernali.

Domenica 28 novembre 2004, quasi 13 anni fa. Era una umida domenica di fine novembre  e proprio a Ferrara si consumava la prima assoluta del Benevento al nord. In quella stagione per la prima volta la Lega di C (all’epoca si chiamava ancora così….) ebbe l’ardire di creare per la prima volta i gironi svincolandosi dal rigido criterio geografico e per il Benevento il debutto oltre il Rubicone si realizzò proprio al “Mazza” di Ferrara. Per una serie di fortunate circostanze personali mi capitò di essere presente: in campo venne fuori un pareggio senza reti da rodersi il fegato, il Benevento di Spatola dominò la Spal allenata da un certo Max Allegri, ma non la mise dentro. Sugli spalti un’ottantina di tifosi giallorossi, 18 provenienti da Benevento, gli altri i pionieri del tifo giallorosso al nord, con due piccoli ma storici striscioni “Amici di Bologna” e “Sanniti a Vercelli”. In tribuna due attempati signori discutevano fra loro proprio alle  mie spalle: “ Ma questo Benevento dove si trova?”, chiedeva uno “Mah, sarà dalle parti di Napoli…”rispondeva l’altro. Ne è passato di tempo da allora, ora anche lassù hanno imparato o stanno imparando (loro malgrado…) dove si trova Benevento, è nato il club degli Stregoni del Nord, organizzato e fortissimo, c’è una rete di contatti fittissima tra i beneventani residenti da quelle parti favorita dai nuovi social network, strumenti che sanno essere davvero formidabili in contesti come questo.

E proprio da conoscenze dirette e dal tam tam in rete che ne è derivato il tifo giallorosso è sbarcato in una regione del Nord Italia finora inedita nel panorama giallorosso, il Friuli. Che dire, il miracolo della B ha scatenato anche nel profondo nord-est la voglia di aggregarsi intorno a quei colori, di incontrarsi, di organizzare le trasferte, di dire a tutti che anche in questo angolo di Italia, bellissimo ma così lontano dalla terra natale, ci sono beneventani orgogliosi di esserlo e che trovano nella fantastica cavalcata della squadra giallorossa lo stimolo per tirare fuori tutta la passione che il tempo e la distanza non hanno e non potranno mai annacquare. Guardateli in questa foto inedita che hanno inviato a Tuttobenevento, guardate i loro volti orgogliosi e sorridenti. Grazie a loro il Benevento neanche a mille chilometri dal Vigorito sarà mai solo. Sanniti lassù, ovunque voi siate, ora tocca voi, sono sicuro, anzi sicurissimo che non ci deluderete.

Da sabato pomeriggio, appena incassate le due sberle ferraresi, un interrogativo mi frulla insistente nella testa. Intendiamoci, anni di incondizionata fede giallorossa mi hanno instillato anticorpi imbattibili al virus della sconfitta, ma qui il punto è un altro e cioè: cosa vuol fare il nostro Benevento da grande? Che tradotto vuol dire: dopo un girone d'andata oltre ogni rosea aspettativa che programmi ha la navicella giallorossa da qui a fine campionato? Prendere questi inattesi 36 punti e farne la rampa di lancio per credere a qualcosa in più (come ci credono a Ferrara, Cittadella, Chiavari, Perugia e persino a Bari, La Spezia, Novara ecc ecc...) o navigare tranquillamente verso i 50 punti, archiviando comunque positivamente la prima storica stagione in serie B della storia? La domanda è lì sospesa e ad una settimana dalla chiusura del mercato mi frulla ancora nella testa come un rebus senza soluzione. Eppure una strada va presa: o una robusta iniezione di qualità a questa squadra (come e dove è sotto gli occhi di tutti e oltremodo superfluo ripeterlo qui), o il nostro condottiero Oreste (lui e nessun altro...) che dice chiaramente alla piazza (4734 abbonati in primis...) che al primo anno tra i cadetti non è aria di spese eccessive. Da tifoso non le ho ( e non le abbiamo) mai pretese  e non comincerei certo adesso, mi adeguerei senza battere ciglio e sosterrei senza se e senza ma questo gruppo di calciatori, convinti che stanno dando e hanno dato il massimo. Farei fatica a capire, questo sì, se il tutto dipendesse proprio da una presunta e malintesa tutela del gruppo spinta fino all'autolesionismo o da un’ inquietante insipienza nel destreggiarsi tra i vicoli stretti del mercato, con acquisti e anche cessioni che, per noi e solo per noi, diventano nodi pressochè inestricabili. Sognare non è obbligatorio, ma se le motivazioni fossero queste, confesso la mia debolezza di tifoso, mi saprebbe tanto di occasione malamente gettata al vento. “Ora alziamo l'asticella, se sono a Benevento è perchè so che qui un discorso del genere si può fare”. Queste le parole di Baroni nel post Pisa. In mancanza d'altro a queste parole mi voglio attenere. L'appuntamento con l'asticella è alle undici della sera di martedì prossimo. Serenamente aspetterò...

Ci ritroviamo mercoledì prossimo, un saluto a tutti e come sempre FORZA BENEVENTO!!!

Sezione: VISTO DA EST / Data: Mer 25 gennaio 2017 alle 08:00
Autore: Antonio De Ianni
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