Amelio Puce è sicuramente fra i difensori più forti, se non in termini assoluti, della storia del Benevento. Con la maglia giallorossa ha vinto due campionati di Interregionale nel 1990-1991 e 1993-1994. È uno di quei calciatori che porti nel cuore anche a distanza di tantissimi anni. Del resto, l' attaccamento alla maglia, la grinta e l' autorità che mostrava in campo, sono cose che non dimentichi più. Un vero leader nel senso letterale del termine. 

Puce non si è sottratto a nessuna domanda, anche a quelle più scomode. 

Amelio, iniziamo con qualche ricordo degli anni trascorsi in giallorosso. Cosa puoi dirci?

“I ricordi sono bellissimi. Benevento mi è rimasta nel cuore e ci resterà fino a quando non finirà questa vita. In questa città ho ancora tantissimi amici al di là dell’esperienza professionale". 

La serie C, in particolare il girone del Benevento, è un inferno. Si corre molto ma non è l' unico aspetto che serve. Mi dai un giudizio sul cammino della Strega? Ti aspettavi qualcosa in più sotto il profilo del gioco e della classifica?

"Il calcio di adesso, rispetto a quando giocavamo noi, è completamente diverso dal punto di vista della personalità e dei rapporti umani. La classifica è ancora corta e nulla è compromesso. A mio avviso i calciatori devono metterci più cuore altrimenti è dura. Facendo un parallelo con i miei tempi, c’era un modo di vivere intensamente la città. I calciatori devono capire che senza cuore non si va da nessuna parte. I tifosi certe cose le vedono". 

Un tuo giudizio su Andreoletti, tecnico giovane e non esente da critiche. Per i nomi che formano la rosa in molti si aspettavano un campionato diverso, con meno palpitazioni e sbavature. Sei d' accordo?

"Trovo eccessive le critiche ad Andreoletti. E’ la squadra che va in campo. Il tecnico può dare delle indicazioni ma se alla base non ci metti l’anima, la cattiveria, il carattere, non ne esci fuori. I moduli sono soltanto numeri".

Torniamo un po' al derby con l' Avellino. Che gara hai visto al di là degli errori commessi in zona gol, delle parate e della sfortuna con il palo di Berra e il gol salvato sulla linea. 

"Contro l’Avellino se non segni cosa puoi fare? Non è che può segnare Andreoletti dalla panchina".

La prossima sfida con il Latina potrebbe essere già decisiva per il futuro di Andreoletti. Ormai siamo alla fine del girone di andata. Sei d'accordo con chi parla di un esonero a questo punto del campionato?

"Trovo eccessive certe critiche. Mandare via il tecnico è sbagliato. Io mi concentrerei sui calciatori. Purtroppo certe cose devi averle dentro, altrimenti non può succedere il miracolo. Il problema non è il cambio della guida tecnica. Andreoletti è stato scelto perché aveva delle qualità e non credo che adesso sia sua la principale colpa. Questa squadra ha calciatori che hanno giocato in categorie superiori. Se in serie C non riescono a fare la differenza, allora che cosa vogliamo addebitare al tecnico? E’ una questione caratteriale e di cuore, cose che non vedo. Nel nostro gruppo, ad esempio, anche chi subentrava dalla panchina, molto spesso, si comportava meglio di noi. Quando le squadre venivano a Benevento non si passava. Noi ragionavamo così pur rispettando ogni avversario. L’atteggiamento era questo in casa e fuori”.

Sezione: In primo piano / Data: Mar 12 dicembre 2023 alle 16:58
Autore: Claudio Donato
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