Amore, empatia, competenza, conoscenza, ambizione: sono concetti che nell'intervista che ci ha rilasciato in esclusiva Bacary Sagna, ex difensore del Benevento ma anche di Arsenal e Manchester City, ritornano spesso.
Il rapporto umano prima di quello professionale. L'uomo prima del calciatore, dell'allenatore, del direttore sportivo o del Presidente. Questione di uomini e di sentimenti. Di cuore, insomma.


Luciano De Crescenzo, o meglio il Professor Bellavista, avrebbe sicuramente inserito Bacary Sagna tra gli uomini d'amore: "Ho ascoltato il mio cuore", questa in sintesi la sua risposta alla domanda sul cosa l'avesse spinto, l'ormai lontano gennaio 2018, a firmare per il Benevento, a lui che veniva dal City di Guardiola e che due anni prima aveva conquistato il titolo di Vice Campione d'Europa con la Francia ad Euro 2016.
Ma torniamo all'inizio della nostra chiacchierata, di questo parleremo dopo.


Ciao Bacary, innanzitutto come stai? Vediamo che sei sempre molto attivo e che ti alleni tanto. Hai intenzione di rientrare dopo la fine del rapporto con il Montreal oppure hai chiuso con il calcio giocato?
 "Dovevo rinnovare con il Montreal Impact (Canada n.d.r.), l'anno scorso sono stato nominato difensore dell'anno. Con l'arrivo del nuovo tecnico, però, i programmi sono cambiati. Purtroppo, per me era tardi per trovare una nuova squadra. Sarei potuto tornare in Francia, avevo diverse offerte, ma sarebbe stato complicato per i miei figli e la mia famiglia".  


Auxerre, Arsenal, Manchester City, Nazionale francese e, poi, Benevento. Parlaci un po' del tuo rapporto con il Benevento e con Vigorito. La tua scelta di accettare l'offerta del Benevento stupì un po' tutti...
"Non pensavo di firmare con il Benevento. Quando il mio procuratore mi disse che la società mi voleva parlare, andai per rispetto. Facemmo una riunione a Napoli: dall'inizio ho avuto sensazioni positive, sono stato da subito bene. Non riesco a spiegare perché accettai, fu una storia di cuore, di sentimenti. Ho ascoltato il mio cuore. Avevo solo il desiderio di giocare a calcio e di allenarmi bene. Così scelsi Benevento e rifiutai altre proposte".


Se hai vestito i colori del Benevento, immagino che buona parte del merito fu del Presidente Vigorito. Che rapporto hai con lui?
"Abbiamo avuto una bella relazione e abbiamo un ottimo rapporto. Vigorito mi ha sempre parlato come parla un padre a un figlio. Per convincermi non dovette fare molto: capii subito che mi voleva davvero quando mi disse che il suo sogno era vedermi con la maglia del Benevento. Così dissi al mio procuratore che avevo sensazioni positive e che avrei voluto giocare per il Benevento. Andai a casa e parlai con mia moglie dicendole che avevo sensazioni positive e che il Presidente mi rispettava come persona e non solo come calciatore. Questa cosa fu determinante per la mia scelta, avevo bisogno di amore e lo trovai con Vigorito e il Benevento".


Stai seguendo ancora la squadra giallorossa? Che giudizio dai su quello che sta facendo con Inzaghi? Dopo la promozione sta facendo molto bene anche in Serie A. Pensi possa salvarsi?
 "Sì, assolutamente sì. Il Benevento ormai è pronto. L'anno scorso hanno fatto tutto per essere di nuovo in Serie A. Quest'anno hanno iniziato bene il campionato e penso ci siano i presupposti per salvarsi. Credo che il Benevento farà una bella stagione anche se purtroppo giocare senza tifosi ti cambia qualcosa ma ha giocatori forti e gioca da squadra".


Ora, però, ci sono due impegni sulla carta proibitivi con Roma e Napoli.
"Per me il Benevento può vincere contro tutti. L'abbiamo visto a San Siro, con voglia tutto è possibile. Sarebbe bello che il Benevento vincesse il derby col Napoli. Può riscattare la sconfitta di 2-0 di tre campionati fa".

Secondo te, quanto conta l'esperienza per fare punti in serie A? I vari Maggio, Glik, Caldirola, ne assicurano parecchia alla formazione di Inzaghi.
 "L'esperienza è fondamentale, conoscere la serie A è determinante, così come conoscerne la pressione che genera. La differenza tra questa squadra e quella del Benevento di quando c'era io è che questa ha potuto allenarsi bene e tanto tempo insieme. Tre anni fa qualcuno non parlava italiano e abbiamo avuto difficoltà all'inizio a livello comunicativo. Loro hanno fatto un bel ritiro e tutti parlano italiano perfettamente. La comunicazione è importante per giocare bene insieme. Questo Benevento, dunque, ha tutto per fare bene".


Dal punto di vista di Sagna, che direttore sportivo è Pasquale Foggia?
"E' un direttore dinamico. Molto dinamico. Conosce il calcio e per la squadra e la società è importante avere un direttore sportivo che conosce il calcio e che lo ha giocato. Foggia conosce i sentimenti e le sensazioni che provano i calciatori quando vanno in campo e questo aiuta molto. E' un uomo molto ambizioso ed è sempre vicino ai propri calciatori. Per un calciatore è importante sentire che la società ama i propri calciatori e lui trasmette al meglio tutto l'amore che la società del Benevento ha per i propri calciatori".
E su Inzaghi, cosa ci dici?
"Ah, Super Pippo (sorride), lo conosco come calciatore. Ho molto rispetto per la sua carriera da calciatore e per quella di allenatore. L'anno scorso ha fatto benissimo e non era facile, non è mai facile vincere. Dall'esterno si vede che dà sempre le giuste motivazioni ai suoi calciatori. Per un giocatore è importante avere una allenatore che ha giocato a calcio e che capisca i momenti che passa il proprio calciatore. Abbiamo bisogno di ricevere amore e che il tecnico sia dalla parte della squadra".


A proposito di allenatori. Al Benevento hai lavorato con Roberto De Zerbi, oggi al Sassuolo e del quale si dice un gran bene. Addirittura per lui si prospetta un futuro in top club ai livelli del Barcellona. Che ci puoi dire al riguardo? Il suo calcio somiglia davvero a quello di Guardiola, che pure hai avuto ai tempi del City?
 "De Zerbi e Guardiola non sono molto diversi. Sono simili nel modo di allenare la squadra. Ho fatto allenamenti molto simili con City e Benevento. Entrambi chiedono sempre di giocare e di divertirci giocando, di non aver paura di avere e di chiedere la palla. Per me è solo questione di tempo: De Zerbi allenerà presto una grande squadra. Già in estate lo voleva la Roma. Ha personalità  da grande squadra e penso che manchi poco per vederlo allenare un top club".


Infine, un tuo saluto al Benevento e a Benevento Bacary.
"Ringrazierò per tutta la mia vita il Presidente Vigorito e i giocatori che ho conosciuto lì che mi hanno accolto come un fratello all'epoca. Ringrazio la città tutta: per me Benevento è stata una bellissima parentesi della mia vita".
A proposito, a questo punto possiamo dire il perché non sei rimasto dopo la retrocessione. Da quello che ci hai raccontato, per motivi familiari. Giusto?
"Assolutamente. Non rimasi perchè avevo la mia famiglia lontano. Mia moglie e i miei figlia erano a Londra e mi mancavano. Decisi che sarebbe dovuto prevalere il papà sul calciatore. Appena torno in Italia, comunque, voglio tornare allo Stadio Vigorito per vedere il Benevento".

Sezione: In primo piano / Data: Ven 16 ottobre 2020 alle 16:30
Autore: Gerardo De Ioanni / Twitter: @@GerardoDeIoanni
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